martedì 9 dicembre 2008

LA SALINE – CECINA A RISCHIO CHIUSURA

La tratta ferroviaria Saline – Cecina è ancora una volta a rischio. Da qualche tempo in Regione si parlerebbe di un’eventuale chiusura definitiva del “ramo secco”. Ma da più parti ci sono riserve. E nascono proposte di rilancio.

Da sempre la linea ferroviaria Saline di Volterra – Cecina vive uno stato di precaria sopravvivenza. Chiusa al traffico merci è servita solo da 4 coppie di treni limitatamente al periodo scolastico. Chiusa anche in estate e nei festivi, dove è sostituita da un servizio di bus. Tutte le stazioni ferroviarie sono state declassate al ruolo di fermate, e ormai viene gestita con il solo esercizio a spola. In Regione si parlerebbe da tempo di taglio definitivo della tratta. Ma ora le voci circolerebbero insistentemente. L’altra ferrovia a rischio sarebbe la Campiglia Marittima – Piombino. Un problema di costi, ma anche di mancata progettualità, secondo alcuni. Il servizio costerebbe alla Regione cinque € a chilometro, a fronte dei due € per chilometro del servizio autobus. Per questo in Regione si sarebbe discusso sull'opportunità di tagliare i costi del servizio ferroviario, visto che è la Regione l'organo che paga Trenitalia per i servizi definiti "regionali". E l'attenzione si sarebbe posata sulla Cecina-Saline. Su Siena sarebbe stato sconsigliato di tagliare perché la Provincia ha avuto una forte attenzione sulle ferrovie. In effetti la politica ferroviaria della provincia di Siena ha portato anche a rivitalizzare, in collaborazione con associazioni di volontari, tratte dismesse da anni, come la linea delle Crete senesi, alimentando anche un circuito turistico alternativo. A far sperare è invece l’interesse dimostrato da Angela Dondoli, responsabile regionale del Settore pianificazione servizi e infrastrutture di trasporto, durante l’incontro inaugurale della mostra fotografica sul vecchio treno Saline – Volterra. Le risorse sono limitate, ma ci sarebbe interesse per nuove progettualità. La tecnologia stessa ha abbattuto i costi di gestione delle linee. Secondo l’ing Montelucci la tecnologia tramviaria avrebbe addirittura soppiantato quella ferroviaria, riducendo i costi di realizzazione. Manca qualcuno, secondo i “tifosi del treno” che metta mano al portafogli finanziando uno studio di rilancio della linea, coinvolgendo aziende di autolinee di pullman o altri partner locali privati anche nella gestione del servizio. La normativa contrattuale attuale obbliga la presenza su ogni treno passeggeri, anche se ad un'unica carrozza come quelli che circolano sulla Cecina-Saline, di almeno due persone, macchinista e capotreno. Il costo dell’equipaggio quindi è doppio, ma “sarebbe inutile nei piccolissimi convogli ad un'unica automotrice come quella che solca il Volterrano – afferma uno degli organizzatori della mostra. Nei treni fino a dieci carrozze una persona potrebbe bastare. Quindi il costo attuale, stimato in circa 50.000 euro all'anno per persona, potrebbe essere dimezzato se si adottassero tecnologie e normative che consentissero di fare con un solo agente, macchinista senza capotreno, come se si fosse in un pullman”.

Marco Buselli

domenica 7 dicembre 2008

OSPEDALE: ORA O MAI PIU’

SOS CARDIOLOGIA. Calma piatta nell’ala dell’Utic, formalmente in corso di ristrutturazione. I lavori sono fermi da mesi, eccetto qualche sporadica apparizione. Secondo indiscrezioni non ci sarebbero i soldi per continuare. O meglio per cominciare, visto che è ancora quasi tutto da fare. Una bella “tegola” per il reparto di cardiologia, confinato provvisoriamente nei locali della ex dialisi. Una provvisorietà che pesa negativamente sull’operatività del reparto, sulla motivazione del personale, sulle prospettive di mantenimento e potenziamento, aldilà dei proclami, della cardiologia volterrana. Chissà se il cronoprogramma dell’Asl prevedeva questa pausa di riflessione nei lavori di cui non si intravede la fine.
SOS LABORATORIO. Nubi nere si addensano anche sul laboratorio analisi, che rischia di essere il prossimo bersaglio annunciato. Già i prelievi di Pomarance, Larderello e Ponteginori vengono fagocitati da Pontedera. Quando si inizia a minare la centralità, facendo “terra bruciata” intorno ad un servizio e alla sua utenza, si creano i presupposti per assestare il colpo definitivo. Siamo vicini.
SOS ORTOPEDIA. Vigileremo sui numeri. Con la partenza di Carnesecchi l’emorragia di numeri e peso specifico del reparto è nell’aria. Vigileremo, impugnando numeri, tabelle e dati, sul mantenimento dei livelli di operatività raggiunti. Ortopedia era uno dei cavalli di battaglia sbandierati dall’Asl per dimostrare che l’ospedale gode di ottima salute. Che continui ad esserlo. O faremo sapere che non lo è più.
SOS MEDICINA. Il reparto ha delle potenzialità. Ha raggiunto obiettivi di livello richiesti dalla Regione, sbaragliando i concorrenti. Ha ottime individualità. Ma non ha ancora un impianto di condizionamento dell’aria. Fino a ieri pioveva nel corridoio. Non ha ancora, Anno Domini 2008, un ecografo portatile a disposizione, nonostante ci sia chi sappia usarlo. E anche bene.
SOS PEDIATRIA. L’ostinazione pervicace dell’Asl ha voluto confinare le degenze pediatriche in un “vicolo cieco” all’interno del reparto di Medicina. La fantomatica zona filtro tra medicina e pediatria, in base a una segnalazione pervenutaci, pochi giorni fa presentava uno scasso nel muro con fili elettrici scoperti. Tutto questo quando nell’area ostetrica – ginecologica ci sono pediatri, infermieri dedicati, e spazi a volontà.
SOS OSTETRICIA – GINECOLOGIA. Il progetto è partito. Con le riserve del caso. Tutti ci auguriamo che riesca. Ma i cesarei programmati, ad esempio, si fanno? Eppure era scritto sul protocollo. Il finale di questo film è già da tempo scritto nelle teste di chi, dall’alto del suo scranno, pontifica sul diritto alla salute e sull’ineffabile “modello toscano”. Che spinge i volterrani a cercare i servizi di base, come l’assistenza alle gravide con problemi e ai bambini fino a un anno e mezzo di età, a ben 43 chilometri di distanza da casa.
SOS RADIOLOGIA. Perché Radiologia? Il Reparto va a gonfie vele, in effetti. Il fatto è che se tutto intorno perde i pezzi, la Radiologia volterrana da sola non fa l’ospedale. La Radiologia ha bisogno dell’ospedale nello stesso modo in cui l’ospedale ha bisogno di lei. E la Radiologia insegna che il “capo” può stare anche a Volterra e la coda a Pontedera. Questo è stare in rete, altrimenti siamo solo una scomoda appendice da eliminare.
SOS PRONTO SOCCORSO. Camera calda. Camera calda. Camera calda. Ci hanno sfasciato la testa con questa camera calda. Bene, ma serve solo a sbarellare il paziente. Il Pronto Soccorso è rimasto fermo agli anni 70, quando il mondo intorno è cambiato. La stessa disposizione dei locali non risponde più alle esigenze del paziente. La shock room resta un sogno nel cassetto. Il triage pure. L’automedica anche.

Infine il tesoro di Poggio alle croci. Sicuramente l’ultima concreta possibilità. Se la sprechiamo o la disperdiamo in mille rivoli, il nostro ospedale non avrà la forza di affrontare serenamente il futuro.

SOS Volterra

CAMBIO DI MENTALITA’

SOS Volterra. Perché SOS? Un segnale di allarme per le tante sofferenze che affliggono la città. Ma anche un richiamo forte alla coscienza civica. Qualcosa che non abbiamo mai seppellito del tutto pur se rischia di scomparire. La società di oggi non ci aiuta, le sue priorità sono altre. L’individualismo non permette di avvicinarsi alla “cosa pubblica” se non perchè si deve ottenere qualcosa. Per sé, naturalmente. Questa prospettiva naturalmente alla lunga ci impoverisce. E impoverisce di riflesso la nostra città. Che dovrebbe vivere anche delle nostre interazioni nella vita pubblica. Abbiamo delegato tutto ad altri invece, mentre noi pensiamo alle nostre cose. Le conseguenze sono per lo più evidenti. Spesso vengono fatte scelte che non ci piacciono, modificati i connotati storici della città, praticati interventi discutibili. Ma tutto questo passa sopra di noi, perché non siamo più in grado di soffermarsi sui particolari. Troppo occupati nel nostro piccolo mondo, spesso ci fugge la grandezza e il valore di ciò che abbiamo fra le mani. Volterra è un gioiello. Ed è di tutti. Non è dell’amministrazione o di tre o quattro istituzioni locali. Solo riappropriandoci di questa sensibilità potremo vedere con occhi diversi quello che ci circonda. Ci stupiranno i bandoni nel Teatro Romano, ci addolorerà Vicolo Mazzoni, ci farà orrore il semaforo in Piazza dei Priori. A quel punto, se poi guardiamo attentamente la torre del Maschio, “crederemo anche di intravedere il volto incavato del conte Felicini” (Volterra magica e misteriosa) che punta pensoso i suoi gomiti sul davanzale e la notte a Mandringa ci sembrerà di aver visto le streghe o sentito lo scalpiccio del cavallo di Neri Maltragi vicino alle Balze. E magari smetteremmo anche di piagnucolare che a Volterra non c’è nulla. “Volterra è viva e segreta, presente e lontana, fatta di pietre e respiri. Mi è parso di udire dei passi, delle voci, e dunque qualcosa di inafferrabile perduto nella città: un parlottio misterioso, un arcano trascorrere di forme: un paesaggio d’ombre”. (Jeorge Luis Borges)

Marco Buselli - SOS Volterra

martedì 11 novembre 2008

Segnalare la "Curva della Morte"

Ancora possibili le segnalazioni al numero verde 800.433.466, in merito alla mortifera curva sulla SR 68 Volterra - Colle dove finì fuori strada un pullman qualche anno fa e dove si sono verificati altri pericolosi incidenti. Oltre a comunicare con l’operatore preposto c’è la possibilità di inviare un semplice messaggio SMS al numero 331/2687575 indicando appena il codice di riferimento con cui è stata catalogata la curva. Il codice è 7878.
Si può anche utilizzare la e-mail (info@smaniadisicurezza.it) o il sito internet, dove si può visualizzare la mappa del punto segnalato. L’indirizzo è http://www.smaniadisicurezza.it/
Questa curva è situata sulla SR 68 Volterra – Colle, in località San Francesco, tra il km 45 ed il 46.5, vicino ad una nota trattoria.

SOS Volterra


lunedì 10 novembre 2008

RASSEGNA STAMPA

Premere sulle immagini per meglio visionare ciascun articolo:


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giovedì 23 ottobre 2008

PERCHE’ ALCUNI LUOGHI SONO CITTA’ E ALTRI NO

Nell’accezione comune per città si intende “un insediamento umano esteso e stabile, un'area urbana che si differenzia da un paese o un villaggio per dimensione, importanza, densità di popolazione o stato legale”. Il termine italiano città deriva dall'analogo latino civitas, e deriva dalla stessa etimologia di civiltà. In Italia, il termine città è assegnato ad un comune con un decreto del Presidente della Repubblica. Un'unica definizione generale di città, nel mondo, non esiste. Il termine può essere usato per un aggregato urbano la cui popolazione è superiore ad un dato limite o per una località dominante su altre nella stessa area in termini economici, politici o culturali. Nel Regno Unito ad esempio, una city è un comune che è noto come città da "tempo immemore", o che ha ricevuto lo status di città tramite statuto reale, che viene normalmente concesso in base alle dimensioni, all'importanza o a connessioni con la monarchia. Indicatori tradizionali sono la presenza di una cattedrale o di una università. Un sistema simile esisteva nei Paesi Bassi del medioevo, dove un signore concedeva a degli insediamenti diritti cittadini che altri invece non possedevano. Questi comprendevano il diritto di innalzare fortificazioni, tenere mercati o darsi una corte di giustizia. La città aveva le sue prerogative e i suoi vantaggi. Una delle fonti di nobiltà in Toscana era quella di aver avuto accesso ad una carica della suprema magistratura in una “città nobile”. Fin dal lontano 1561 Volterra era considerata“patria nobile” insieme ad altre poche città toscane. Con la legge del 1750 le “città nobili” divennero 14, ma con la stessa legge la nomina dei “nobili patrizi” era consentita solo a quelli provenienti dalle sette città nobili: Firenze, Siena, Pisa, Arezzo, Volterra, Pistoia e Cortona, rimanendo per le altre la “nobiltà semplice”. Di cui dovettero accontentarsi i ricchi ed emergenti pratesi. Il fattore demografico non è mai vincolo esclusivo per definire una città. Alcune città sedi di Cattedrale, ad esempio St. David's nel Galles, sono piccole dal punto di vista demografico. Un fenomeno interessante è quello statunitense, nel quale il termine "città" viene applicato in generale a tutti gli insediamenti. La stessa prassi di attribuire il titolo di città anche ad insediamenti piuttosto piccoli è giustificata in maniera generale da alcuni filoni di pensiero dell'urbanistica e della sociologia urbana secondo cui il titolo di città è subordinato non alle dimensioni dell'abitato o al numero di abitanti, bensì al manifestarsi di un'esigenza o di un'opportunità di vita sociale comune, e di conseguenza al costituirsi di una comunità socialmente coesa. Fino a qualche secolo fa la maggior parte delle città erano di gran lunga più piccole, tanto che nel 1500 solo due dozzine di località nel mondo ospitavano più di 100.000 abitanti: ancora nel 1700 ce n'erano meno di cinquanta. Non è chiaro perché un luogo venga definito città mentre un altro no. Una nuova percezione della città tributa una maggiore attenzione alle connessioni del sistema-città e alle sue divisioni interne. Un aspetto decisivo del pensiero spaziale riguarda le connessioni della città. Ciò permette di spiegare il carattere unico di un determinato luogo. Le città vengono viste in interconnessione con una rete culturale, storica, economica o commerciale. Quindi, mentre Londra e Tokyo sono collegate da un punto di vista economico con la borsa, Stoccolma e Graz lo sono attraverso il legame culturale di Capitale Europea della Cultura. Queste reti si sovrappongono e si concentrano nelle città. Presumibilmente tale concentrazione di reti crea un legame unico in un luogo. Le suddette reti, comunque, non collegano solo le città fra di loro, ma anche con i loro dintorni. La nozione di "impronta cittadina" riflette l'idea che la città da sola non sia sostenibile: dipende dalle relazioni coi dintorni, necessita di collegamenti commerciali e connessioni per la viabilità. Osservando le reti diviene possibile spiegare l'ascesa e la caduta delle città. Questo ha a che fare con l'importanza delle connessioni, e può essere ben illustrato con l'arrivo dei colonizzatori spagnoli nelle Americhe. In breve tempo le connessioni con Madrid divennero più importanti di quelle con l'antica capitale Tenochtitlán. La concentrazione delle reti nelle città può essere usata come spiegazione per l'urbanizzazione. È l'accesso a determinate reti che attrae le persone. Così come varie reti si uniscono spazialmente in un'area delimitata, la popolazione si riunisce nelle città. Allo stesso tempo questa concentrazione di persone implica l'introduzione di nuove reti, come i collegamenti sociali, ed aumenta la creazione di nuove possibilità all'interno delle città. È l'apertura verso nuove connessioni a rendere le città vitali e capaci di attrarre. E il contrario fa si che un luogo emani disagio, alienazione. Ma alla fine a fare una città comunque non sono né i numeri della popolazione, né la potenza economica o commerciale, né la cultura. Come dice Calvino nelle Città invisibili: “Le città credono di essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altra bastano a tener su le loro mura”.

Marco Buselli - SOS Volterra

martedì 14 ottobre 2008

Volterra, c'era una volta il treno...

L'Associazione SOS VOLTERRA organizza una Mostra Fotografica sul mitico Trenino a cremagliera della Saline-Volterra che ha smesso di "correre" ormai cinquant'anni fa, il 21 novembre del 1958.
Il titolo scelto per la Mostra, che si terrà a Volterra in Via G.Turazza dal 15 al 22 novembre 2008, è "Volterra, c'era una volta il treno..."; vari collezionisti della zona hanno reso disponibile il loro materiale fotografico che è stato opportunamente selezionato e stampato in formato poster per poter meglio apprezzarne i contenuti. Le foto saranno accompagnate da materiale audiovisivo e informativo; non dovrebbero mancare modelli, planimetrie e documenti d'epoca mai esposti in pubblico. La Mostra che ha un taglio didattico e itinerante, "parte" da Volterra per iniziare un "viaggio" nei paesi della zona che vorranno accoglierla: prossima tappa naturalmente sarà Saline di Volterra.
Alla Mostra sul Trenino si è interessata anche la rivista specializzata "TUTTO TRENO" che nel prossimo numero di Novembre 2008 pubblicherà un dossier di 6 pagine sull'argomento.

PER INFORMAZIONI:
email: sosvolterra@libero.it
cell: 3492990700

SOS VOLTERRA invita tutti a partecipare a questo evento pubblicando sul suo Canale Youtube il video promozionale che riportiamo qui sotto:

domenica 7 settembre 2008

Raccolta Firme per la S.R. 68 Volterra-Colle (Manifesto)


Lasciate le vostre firme presso la Sede dell'Associazione Pro Volterra, in Via G.Turazza presso l'Ufficio Turistico all'ingresso di Piazza dei Priori
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S.R. 68 VOLTERRA – COLLE VAL D'ELSA

UN’EMERGENZA DA NON RIMANDARE
Iniziativa promossa da
SOS Volterra e PRO Volterra



Dopo decenni di promesse mancate l’annoso problema della viabilità che collega Volterra alla Valdelsa non è ancora stato affrontato.

Il rifacimento della SR 68 è diventato una priorità, decisiva per la programmazione dello sviluppo della nostra città e del territorio.

Ogni giorno decine e decine di volterrani sono costretti a spostarsi per lavoro su una strada pericolosa ed insicura. Pendolari del rischio. Colle, Casole d’Elsa, ma anche Poggibonsi, Siena, Firenze. Queste le destinazioni quotidiane. Non c’è una linea ferroviaria, i pullman sono insufficienti per le esigenze dei lavoratori. Così si è obbligati a lunghe percorrenze, su strade non sicure, data la mancanza cronica di lavoro nelle nostre zone.
Una viabilità dignitosa ed equilibrata nelle tre direzioni (Colle, Pontedera e Cecina) è assolutamente necessaria per mantenere la centralità della nostra città, permettendole di fungere ancora da riferimento per il suo territorio. Accettare l’attuale sistema viario significa decidere di restare ai margini dell'economia e delle logiche politiche regionali. Di questo passo è inevitabile lo scivolamento verso Pontedera e Cecina, realtà in costante espansione, che diventeranno i nostri riferimenti negli anni futuri, continuando ad assorbire le nostre residue potenzialità.


CHIEDIAMO


che vengano stanziati i fondi necessari all’ammodernamento dell’intera strada, con particolare riferimento ai tratti più pericolosi nel nostro Comune, a partire dal tratto Ariano – Roncolla della S.R. 68, ricadente sotto la provincia di Pisa, peraltro teatro di frequenti incidenti, non di rado mortali. Per questo tratto era già stato redatto un piano di fattibilità, cui però non sono seguiti gli interventi strutturali previsti. Nell’ottica della sostenibilità ambientale, rispettando il disegno delle nostre splendide campagne, riteniamo si possa coniugare modernità e paesaggio, rendendo sicure e finalmente scorrevoli le nostre strade.

lunedì 1 settembre 2008

Benvenuti sul sito di "SOS Volterra"!



SOS VOLTERRA


Difesa e promozione della città di Volterra

e del “Volterrano”


1. SOS Volterra è un’associazione culturale senza fini di lucro, apartitica, di natura civica e aperta a tutti i cittadini

2. SOS intende promuovere lo sviluppo di una sensibilità profonda e diffusa, finalizzata alla tutela dell’identità socio-culturale di chi vive nel Volterrano, rendendo l’importante realtà storica e ambientale in cui viviamo fattore attivo per un futuro possibile

3. SOS si propone quale luogo di analisi, ricerca, proposta e iniziativa su problematiche politiche, economiche, sociali, giuridiche e culturali riguardanti la città di Volterra e il circondario


VOGLIAMO:

- valorizzare la riscoperta dell’identità locale, intimamente connessa alla conoscenza e alla tutela del patrimonio storico, architettonico, culturale e paesaggistico di Volterra e del circondario;

- operare per la difesa della città di Volterra, del suo tessuto di “polis” e della sua centralità in funzione del territorio di riferimento, finalizzata al recupero del ruolo che oggi come ieri le compete;

- combattere la politica dei tagli indiscriminati e la perdita di servizi e prerogative da sempre detenute dalla città di Volterra e necessarie per non solo per lo sviluppo, ma per la sopravvivenza stessa della città;

- promuovere progetti sostenibili per lo sviluppo e la valorizzazione della città di Volterra e del suo territorio, compatibili con le caratteristiche e le peculiarità che la contraddistinguono e la rendono unica.